Parigi, 13 novembre 2015

Fiori non sono nati oggi
il gambo è ghiacciato
non scorre più linfa
il silenzio è padrone

ora

dopo gli spari
dopo le deflagrazioni
dopo i corpi calpestati
dopo le sirene

Non odo più neanche il vento
calma irreale
come dopo una tempesta,
non vedo più i colori
ma solo il sangue di grandi amori,
rosso di sorelle e di fratelli
corpi dilaniati
vetri rotti

Tutto questo non è reale
(mente ai nostri occhi).

Ora devo andare a letto
domattina è un nuovo giorno
mi viene un dubbio:
l’ho comprato il caffè?

Cante Skuye

 

A woman carrying flowers cries in front of the Carillon cafe and the Petit Cambodge restaurant in Paris Saturday Nov. 14, 2015, a day after over 120 people were killed in a series of attacks in Paris. French President Francois Hollande said at least 127 people died Friday night when at least eight attackers launched gun attacks at Paris cafes, detonated suicide bombs near France's national stadium and killed hostages inside a concert hall during a rock show. (AP Photo/Jerome Delay)
A woman carrying flowers cries in front of the Carillon cafe and the Petit Cambodge restaurant in Paris Saturday Nov. 14, 2015, a day after over 120 people were killed in a series of attacks in Paris. French President Francois Hollande said at least 127 people died Friday night when at least eight attackers launched gun attacks at Paris cafes, detonated suicide bombs near France’s national stadium and killed hostages inside a concert hall during a rock show. (AP Photo/Jerome Delay)

 

 

3 Risposte a “Parigi, 13 novembre 2015”

  1. Il dolore percorre le strade
    contenuto in uno spazio dilaniato
    Anime in cerca di speranze
    anime brulle
    anime padrone
    siamo fratellanza
    dimenticata

    Grazie, Flavio, per questo tuo contributo
    e alla tua sensibilità

  2. la poesia PARIGI 13 NOVEMBRE

    non voglio commentare alcun tipo di cronaca.
    Il poeta lascia pietre sul suo cammino e basta.
    Ma mi piace pensare che questa poesia sia quella pietra
    che diviene sasso da scagliare fatto di parole.

    BELLISSIMA la parola “ora”…come atto di riflessione e di
    raccoglimento dopo uno stordimento…
    il poeta raccoglie dolore e lo trasforma in amore….

    bella la conclusione dell’ultima strofa…
    parole di delirio di un pensiero che fa male.

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