Nel rigoglio del Bois de Boulogne

 

 

La dame au gant, Carolus- Duran 1869, 
Musée d’Orsay Paris

 

 

sono lì per essere il tempo stesso

stupendo il lato nord dal rigoglio di selva

che invita brezze a svelamenti d’ombra

senz’ordine i pensieri, e sopiti i tormenti

per vecchie strade che tutte lì conducono

a vuotare coppe all’essenza del mirto.

mancanze non si tacciono, più volte sfiorate

ad accenno di luna. luce colta di sorpresa

-di chi la presenza che l’assenza comincia a tracciare?

offre un dolcetto, l’ospite, unico e semplice

alla fanciulla in fiore -perché si ravveda Albertine

le cui risa bruciano nevi lontane-

un sapore che la giovane non ha incontrato

su nessun tavolo, porto da nessun’altra mano

dal nome magico che evoca sogni infantili

ma non pronunciato. solo successive parole

alla leggiadra rivolte -perché non t’ha chiamata,

tua madre, Madèl? s’intona

tale morbido lemma al tuo passo.

la radiosa si leva via uno stivale

e il piede -provocante? sì

ma dolce nel contempo senza lacci

lo bagna nel laghetto, come

la piuma rosea di un cigno.

balzano gli occhi di ognuno sulle acque cangianti

seguono a discorrere, rapiti e taciti

vi affiorano amori perduti

qualcuno ritrovato.

sorride la musa di Vermeer

da una natura morta destata

-chi è costei davvero, dov’era in viaggio?

 

Rita Stanzione, 30 giugno ‘19

Pubblicato da Rita Stanzione

L'arte apre scenari illuminanti, ci porta in uno spazio difficilmente sondabile con altri mezzi. La poesia, segno che s'imprime, è una delle porte per le profondità. Permette di osservare e raccontare in un modo speciale il mondo che ci contiene e il mondo che portiamo dentro. Ho alla base una formazione pedagogica, completata da studi in campo scientifico: dall'homo educandus sono passata alla botanica, all'entomologia, alla meraviglia della vita che scorre "silenziosa" nella cellula. E ho colto in ogni essenza la stessa ordinata magia e lo stesso caos di energia che ubbidisce al disegno della natura. Il mistero del flusso instancabile, l'istinto e l'aderenza allo stesso progetto , lo sboccio e lo sfiorire, il ritorno. Avrei potuto essere aria e permeare ogni oggetto; non potendo, lo rielaboro dai sensi e dalla scrittura, non trascurando elementi fantastici; poesia per me è anche osare e sperimentare nuove forme per dare spazio al pensiero. Ringrazio il poeta Flavio Rapetti (Cante Skuye) per la stima e per l'invito a far parte del bellissimo blog da lui creato. "Come l'acqua sui sassi" nome che scolpisce, piano e costante, instancabile. Sentito. Ringrazio inoltre tutti i lettori.

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