un timore di non riuscire più a scuotere le stelle
le sento in echi di ematite partorire carboni
ꟷ ricordo un giorno un matto
voleva ammazzare lo yin,
il nero che oggi mi arriva dal fianco giusto
un dolore mancino dello stagno
con l’acqua presa a prestito.
Pioviggina una grazia d’inesistenza
un gelicidio che non sa farsi neve
ombrose le tue orchidee
le vedo sorridere in lenta mutazione
un soffio a bocca chiusa, quante volte cielo
di sogni assolti dal crederci molto.
Pubblicato da Rita Stanzione
L'arte apre scenari illuminanti, ci porta in uno spazio difficilmente sondabile con altri mezzi. La poesia, segno che s'imprime, è una delle porte per le profondità. Permette di osservare e raccontare in un modo speciale il mondo che ci contiene e il mondo che portiamo dentro.
Ho alla base una formazione pedagogica, completata da studi in campo scientifico: dall'homo educandus sono passata alla botanica, all'entomologia, alla meraviglia della vita che scorre "silenziosa" nella cellula. E ho colto in ogni essenza la stessa ordinata magia e lo stesso caos di energia che ubbidisce al disegno della natura. Il mistero del flusso instancabile, l'istinto e l'aderenza allo stesso progetto , lo sboccio e lo sfiorire, il ritorno.
Avrei potuto essere aria e permeare ogni oggetto; non potendo, lo rielaboro dai sensi e dalla scrittura, non trascurando elementi fantastici; poesia per me è anche osare e sperimentare nuove forme per dare spazio al pensiero.
Ringrazio il poeta Flavio Rapetti (Cante Skuye) per la stima e per l'invito a far parte del bellissimo blog da lui creato. "Come l'acqua sui sassi" nome che scolpisce, piano e costante, instancabile. Sentito.
Ringrazio inoltre tutti i lettori.
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